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Il duomo di Salerno

Il duomo di Salerno

Duomo di Salerno: storia e architettura.

Il duomo di Salerno nasce per volontà di Roberto il Guiscardo, probabilmente architetto ne fu l’arcivescovo Alfano I, monaco di Montecassino, infatti il disegno della cattedrale si ispirava alla basilica di Montecassino.

Consacrò il duomo Gregorio VII nel 1084, è di stile romanico ed è costituito da un quadriportico, una basilica, una cripta e un campanile.

In origine si accedeva all’atrio tramite un’ampia scala a semicerchio, sostituita poi con la doppia scala odierna nella seconda metà del XVII secolo. 

Dalla scala si arriva al portale romanico, detto portale dei leoni in quanto fiancheggiato da due leoni accovacciati, simbolo di la carità e la forza.

Architettura del duomo di Salerno.

Il portale di accesso al quadriportico ha un’architrave al di sopra del quale vi è una lunetta con un dipinto del 700’ raffigurante San Matteo mentre scrive il vangelo.

entrata duomo salerno

Il quadriportico del duomo di Salerno poggia su 4 pilastri in pietra e 28 colonne monolitiche di granito, 6 sui lati brevi e 8 sui lati lunghi che reggono archi a tutto sesto. 

Sul perimetro si svolge una bellissima decorazione a tarsie, formata da conci squadrati di travertino intervallati da coppie di mattoni rossi. 

Tra gli archi ci sono dei rosoni di pietre squadrate di travertino e pomici brune. queste sono disposte in modi diversi da rosone a rosone perciò gli effetti di policromia sono vari e suggestivi.

Al di sopra di questi rosoni si sviluppa una decorazione di pietre pomici brune laviche, al di sopra di questa cornice si dispiega una serie di pentafore e bifore.

particolari del duomo

Nel mezzo dell’atrio c’è una vasca di granito di età classica, sostenuta da un piedistallo, che in origine aveva funzione di fonte battesimale. 

Questa vasca sostituisce quella precedente trasferita nella villa comunale di Napoli nel 1825.

Alla basilica si accede mediante 3 porte: al centro vi è il  portale con stipiti marmorei intagliati a bassorilievo con piccoli animali dal significato simbolico. 

Alla base del portale centrale vi sono due piccoli leoni accovacciati, sulla lunetta del portale c’è l’affresco del Cristo benedicente della scuola di Montecassino

La porta è in bronzo, divisa in 54 riquadri dei quali 46 hanno una croce greca in rilievo sorretta da un motivo ornamentale.

Il corpo interno della chiesa oggi appare diverso a causa di una serie di rifacimenti e restauri.

Nel 1443 vennero sostituite alcune colonne con pilastri in muratura e con la costruzione di pilastri a sostegno nel lato esterno della navata destra.

Attualmente il corpo si presenta a croce latina con 3 navate divise da grandi pilastri.

 Nella navata destra troviamo 6 cappelle e un transetto che, dopo i restauri del 1931 voluti dall’Arcivescovo Nicola Monterisi, è stato riportato allo stato originario. 

Il pavimento è a mosaico, risale al XII secolo, ha grandi dischi di porfido, serpentino, marmo alabastrino.

Il tetto è a capriate scoperte con finestroni romanici. 

Nell’abside della chiesa del duomo di Salerno vi è la cappella delle crociate, cosiddetta poichè vi si benedicevano le armi dei crociati prima della partenza.

 Restaurata da Pio IX, sotto l’altare custodisce le spoglie di Papa Gregorio VII, mentre sopra vi è la statua del Papa in marmo del secolo XVII.

Mosaici bizantini con influenza dell’arte siciliana si possono ammirare nel catino e rappresentano San Michele, San Matteo, San Giacomo e San Lorenzo.

Nell’abside centrale vi è l’altare maggiore, costruito nel 1954 e fiancheggiato da un recinto di marmo a decorazione musiva, fatto edificare dall’arcivescovo Guglielmo da Ravenna.

Gli amboni del duomo di Salerno.

In fondo alla navata mediana ci sono due amboni ricchi di decorazioni.

L’ambone destro, più grandioso, fu donato da Niccolo d’Aiello, tra il 1180 e il 1194, poggia su 12 colonne di granito rosso e bigio con capitelli corinzi e romanici.

I pregevoli motivi ornamentali che nascono dal comporsi degli intarsi marmorei rivelano chiaramente l’influenza della cultura cassinese.

Nella facciata anteriore dell’ambone D’Aiello vi è un’aquila di marmo bianca dalle ali spiegate che poggia gli artigli sulla testa di un peccatore, avvinto nelle spire di un serpente che gli morde il petto.

I piedi del peccatore sono posti su un leone che azzanna un toro.

La scena ha un significato simbolico: l’umanità insediata dalle passioni terrene e dominata dal demonio è tuttavia salvata dalla parola del vangelo.

L’ambone sinistro è meno ricco dell’altro ma più raffinato: fu fatto eseguire tra il 1163 e 1180 da Romualdo II Guarna, arcivescovo di Salerno, medico di corte, giurista e letterato.

ambone d'aiello duomo di salerno

Esso poggia su 4 colonne di granito orientale grigio i cui capitelli sono di ispirazione classicheggiante. 

Nei pennacchi dell’arcata di sostegno sono scolpiti l’angelo e l’aquila, simboli degli evangelisti Matteo e Giovanni.

A sinistra si vedono i profeti Geremia ed Isaia. Anche in quest’opera si manifesta l’influsso cassinese nelle figure poligonali intrecciate da una precisa sensibilità per i valori cromatici.

Il campanile del duomo di Salerno.

 Il campanile duomo di Salerno fu fatto costruire verso la prima metà del XII secolo dall’arcivescovo Guglielmo da Ravenna, presenta un dado di base di circa 10 metri per lato e di 5,6 m di altezza.

Il campanile del duomo è diviso in cinque dadi: i primi due piani inferiori sono in blocchi di travertino, di cui il primo ha colonne angolari e una feritoia su ogni fascia, i due dadi superiori sono in mattoni.

Il secondo, il terzo e il quarto piano hanno a ciascun lato una bifora, sostenuta da una colonna di granito, mentre l’ultimo piano è costituito dalla cella. 

Nel tamburo cilindrico si aprono 12 monofore sormontate e inquadrate da archi intrecciati che poggiano su colonnine di marmo. 

Al di sopra degli archi vi è una fascia decorativa a tarsia composta da stelle a 6 punte in tufo giallo contenenti al centro una stella più piccola in tufo grigio, il tutto su un fondo generale in tufo grigio con inseriti dei tondi gialli nelle anse laterali formate dalle punte delle stelle.

Il restauro del campanile nel 1955 ha consolidato la struttura con un’ossatura di cemento armato eliminando il rivestimento barocco aggiunto durante lavori di restauro precedenti.

La cripta del duomo di Salerno.

cripta del duomo di salerno

La cripta del duomo di Salerno era in origine in stile romanico fino a quando tra il 1600 e il 1640, i re di spagna Filippo II e Filippo III, per devozione a San Matteo, fecero arricchire la cripta di marmi policromi intarsiati e di volute fiorite.

Le colonne di granito che sostenevano le volte romaniche furono rivestite con pannelli ad intarsio. 

Le volte, formate da 3 ordini di archi ribassati ricoperte di stucchi dorati, contengono 37 affreschi, ognuno raffigura un episodio del vangelo.

Al centro della cripta si trova la tomba di San Matteo, collocata a 2 metri di profondità, sormontata da un altare con sopra un ampio baldacchino ed è circondato da una balaustra ornata da 4 grandi candelabri di ottone.

In corrispondenza delle 3 absidi vi sono le cappelle: la prima è detta dei vescovi santi, ne ha custodito le reliquie fino al 1957.

La cappella centrale è dedicata ai martiri salernitani: Fortunato, Gaio ed Ante.

altare cripta del duomo

Sull’altare le statue in bronzo dei santi: la loro tomba è al centro, a sinistra un tronco di colonna strigilata, sulla quale secondo la tradizione, sarebbero stati decapitati i 3 santi.

Le colonne nell’ambito della cappella, furono riportate a vista nel 1969, gli affreschi raffigurano il martirio dei 3 santi ed episodi dell’assedio di Salerno.

La terza cappella, detta del Santissimo, non ha particolati importanti.

In fondo è stata creata una cappella per custodire le reliquie dei santi salernitani: al centro vi è la tomba di San Bonosio, le urne contengono le reliquie dei santi tra i quali quelle di San Prisco, primo vescovo e patrono di Nocera Inferiore.

L’importanza storica del duomo di Salerno, che racchiude un patrimonio di arte e civiltà è ampiamente rappresentata anche nel suo museo, il Museo diocesano di Salerno, sorto nel 1935 e definitivamente sistemato nel 1955.

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