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La Certosa di Padula

La Certosa di Padula

La certosa di Padula o San Lorenzo.

La certosa di Padula, si trova nel Vallo di Diano, è la prima ad essere sorta in Campania e i suoi lavori di costruzione iniziarono nel XIV secolo; dal 1998 è patrimonio dell’UNESCO.

La certosa di Padula è una delle più sontuose opere barocche del sud Italia ed è anche la più grande a livello nazionale e tra le maggiori in Europa.

Dal 1957 ospita anche il museo provinciale archeologico della Lucania occidentale.

la certosa di padula

Storia della certosa di Padula.

La certosa di Padula fu costruita per volere di Tommaso II Sanseverino, per questioni soprattutto politiche, infatti con essa Tommaso voleva assicurarsi un posto nelle grazie degli Angioini del Regno di Napoli: i certosini erano un ordine religioso francese la cui fondazione risale al 1084 per cui la creazione di una certosa in Campania non poteva che essere cosa graditissima al sovrano Angioino.

La dedica della certosa di Padula a San Lorenzo è dovuta alla preesistente chiesa dedicata al santo che vi nell’area.

L’area in cui Sanseverino decise di costruire la certosa di San Lorenza comprende dei lotti di terra di sua proprietà, che grazie alla loro fertilità, producevano viveri sia per il sostentamento dei monaci stessi, sia per essere commercializzati. I monaci della certosa di Padula coltivavano frutta e ortaggi e producevano olio e vino. Il raccolto della certosa di Padula fu per molti secoli fondamentale per il commercio agricolo dell’area, infatti era l’unico centro di raccolta.

entrata certosa di padula

Nel corso del Cinquecento il complesso della certosa di Padula divenne meta di pellegrinaggio, vi soggiornò anche Carlo V con il suo esercito nel 1535, dopo essere tornati dalla battaglia di Tunisi. Secondo la tradizione, fu in occasione del soggiorno di Carlo V che i monaci prepararono una frittata di mille uova, evento raccontato anche nel film “C’era una volta” (1967) di Francesco Rosi con Sophia Lorena e Omar Sharif, ambientato nell’epoca della dominazione spagnola e girato proprio alla certosa di Padula.

Dopo il concilio di Trento, intorno al 1965, alla struttura trecentesca della certosa si aggiunse il chiostro della Foresteria e la facciata principale nel cortile interno.

certosa di padula

I rifacimenti barocchi della certosa di Padula.

La struttura architettonica della certosa di Padula richiama la graticola sulla quale san Lorenzo fu bruciato vivo. Secondo la regola certosina che predica il lavoro e la contemplazione, all’interno del complesso della certosa ci sono vari luoghi deputati a questi doveri: il chiostro, la biblioteca, la Cappella, la grande cucina, le grandi cantine, le lavanderie ed i campi limitrofi per la coltivazione.

La certosa di Padula ha uno stile architettonico quasi prevalentemente barocco, sono poche le tracce dell’epoca trecentesca. La certosa ha circa 350 stanze e, compresi i giardini, occupa una superficie di 51.500 m² di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro grande, il più grande del mondo.

L’ingresso alla certosa è posto sul lato orientale da cui, tramite un ampio portale si accede a un ampio cortile rettangolare chiuso a braccia da due corpi. Nel cortile si affacciavano i siti di produzione del complesso, come le speziere, le scuderie, le stalle, le lavanderie, i granai, la farmacia e le officine. Lungo la parete destra del cortile vi è una fontana di ignoto autore del Seicento, mentre ai della scala di accesso, ci sono gli accessi ai giardini che circondano la struttura.

La facciata principale della certosa che dà accesso all’intero monastero risale al Cinquecento, anche se ci furono degli interventi in stile barocco nel corso del Settecento. Risalgono al 1718 le quattro sculture alloggiate in delle nicchie realizzate da Domenico Antonio Vaccaro e raffiguranti, da sinistra a destra: San Bruno, San Paolo, San Pietro e San Lorenzo. I busti presenti al secondo piano rappresentano i quattro evangelisti, la Madonna e Sant’Anna, mentre ancora più in alto vi è la scultura della Madonna, con ai lati due putti e i busti della Religione e Perseveranza.

I chiostri della certosa di Padula.

chiostro certosa di padula

Il chiostro piccolo risale ai lavori di rifacimento del Cinquecento la cui esecuzione è molto vicina ai modi dell’architetto toscano Giovanni Antonio Dosio. Il piano superiore del chiostro, i cui ambienti servivano per ospitare le illustri personalità che soggiornavano nella certosa, è interamente affrescato da ignoto napoletano paesaggista con scene di Paesaggi.

Il chiostro del Cimitero della certosa di Padula risale alla prima metà del Settecento

Le pareti sotto il porticato del chiostro in questione sono arricchite da targhe, lapidi, sculture, rilievi, iscrizioni ed edicole funerarie.

La pavimentazione del chiostro del cimitero è in terracotta ed è caratterizzata da una “fetta” in maioliche raffiguranti la scena mitologica di Esculapio che nutre il serpente, molto probabilmente proveniente da altro luogo del monastero andato distrutto.

Sempre dal chiostro del Cimitero, infine, si giunge alla cucina del monastero dalla quale poi si sviluppano altri ambienti.

chiostro certosa

Il chiostro grande della certosa di Padula.

chiostro grande

Il chiostro grande della certosa di Padula è un’ opera iniziata alla fine del Cinquecento e finita nella prima metà del Seicento, ed è uno degli elementi di maggior spicco dal punto di vista architettonico e artistico della certosa, fungente da punto di congiunzione tra la zona di clausura del monastero e quella più “rivolta all’esterno”.

Il chiostro prevede due ordini di portici su un totale di 84 pilastri, con volta ad arco a tutto sesto, sopra le quali sono i bassorilievi raffiguranti i Padri fondatori degli ordini religiosi, Santi ed Angeli. Al piano superiore è il luogo dove i padri facevano la loro passeggiata settimanale quando uscivano dalla clausura, mentre al piano inferiore, ci sono gli ambienti in cui vivevano i monaci in clausura.

Il giardino è tagliato a croce da quattro vie e al centro è collocata una fontana del 1640.

Nella parte orientale del chiostro grande della certosa di Padula si trova il cimitero dei monaci, recintato da una balaustra sulla quale sono scolpiti teschi ed altri simboli di morte.

Di matrice michelangiolesca, il chiostro grande richiama quello della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, si estende su di una superficie di circa 15.000 m² (5.000 in più di quello romano) tanto da renderlo il più grande del mondo.

scala elicoidale

Sul lato opposto dell’ingresso principale al chiostro, vi è la monumentale scala ellittica.

Chiuso all’esterno da una torre ottagonale, lo scalone conduce al primo piano del chiostro grande.

Questa monumentale opera architettonica è frutto di Gaetano Barba, architetto allievo di Luigi Vanvitelli che operò dagli anni settanta del Settecento in certosa per compiere la galleria al primo piano del chiostro grande. Probabilmente il progetto è invece di Ferdinando Sanfelice, maestro napoletano ideatore di questo tipo di architettura a doppia rampa.

Lo scalone elicoidale della certosa di Padula è costruito con la pietra di Padula. La torre ottagonale che chiude dall’esterno la scala è caratterizzata da sette finestroni aperti verso il giardino all’italiana, di rifacimento settecentesco che utilizzavano i monaci di clausura per le loro uscite durante le festività.

Da qui, infine, si sviluppa tutta l’area verde che circonda le mura esterne del complesso.

Certosa di Padula, orari e prezzi.

La Certosa di Padula è aperta dal Mercoledì al Lunedì dalle ore 9 e fino alle ore 19.30.

Il biglietto d’ingresso è di 4 euro, previste riduzioni a 2 euro.

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